Mercoledì 17 aprile 2024

Fattori ESG nella valutazione dei patrimoni immobiliari, quali sono i KPI da seguire: dal rischio climatico alle vulnerabilità di un edificio

I fattori ambientali, sociali e di governance (ESG - Environmental, Social and Governance) insieme possono fornire una rappresentazione plastica della sostenibilità di un'impresa. Applicati a una moltitudine di organizzazioni e all'interno di vari comparti industriali, negli ultimi anni i criteri ESG sono diventati cruciali anche per il settore immobiliare, a seguito dell'importanza crescente assegnata alle performance energetiche e alle emissioni degli edifici. Questa rilevanza è dettata dalla consapevolezza che proprio il settore immobiliare è responsabile di circa il 40% delle emissioni di gas serra. 

Davanti a questo scenario, che non è ancora pienamente consolidato, nella decima edizione di REbuild è previsto un workshop il 15 maggio alle 10:30, dal titolo “Fattori ESG nella valutazione dei patrimoni immobiliari: quali sono i KPI da seguire?”. L'obiettivo dell'incontro è proprio capire quali possono essere quei valori, tra la vasta mole di dati che un edificio può produrre, da considerare nelle strategie aziendali e di fronte alla possibilità di investimenti. Basti pensare che ci sono dati relativi al consumo energetico, alle emissioni, all'utilizzo di acqua, alla gestione dei rifiuti, all'impatto sociale di un edificio, solo per citarne alcuni. Senza contare che bisognerebbe guardare a un immobile nel lungo termine e per tutto il suo ciclo di vita. 

Tra i partecipanti al workshop c'è anche Evora Global, una società specializzata nella consulenza strategica ESG per il settore immobiliare ed infrastrutture. Le sue piattaforme di analisi dati sono dedicate all'esame ed al monitoraggio dei principali KPI ESG ai fini della disclosure e del raggiungimento dei propri obiettivi di decarbonizzazione. Valutare la sostenibilità di un edificio è sempre più importante per gli investitori, poiché vi sono rischi di varia natura che possono influenzare la validità dell'investimento, dal rischio climatico a quello transizionale e reputazionale. Non dovrebbe quindi sorprendere che la Banca d'Italia abbia inserito i rischi climatici e transizionali tra le proprie priorità di vigilanza, sollecitando gli operatori a condurre indagini su questo tema e richiedendo l’integrazione di questi elementi nei propri modelli di rischio.  in seguito la necessità di prevedere piani che integrino appunto il rischio climatico e ambientale negli investimenti.

«Tutte le SGR sono tenute a fare valutazioni semestrali sugli immobili che hanno in portafoglio ponendosi alcune domande – spiega Alberto Ballardini, Senior Sales Manager Southern Europe, EVORA Global –. Quanto pesano i rischi ambientali e climatici? E’ stato elaborato un piano di capex ad hoc? Si sta calcolando la curva di riduzione delle emissioni in vista del 2030 e del 2050? E quindi si sta valutando la propria carbon intensity?» Anche i nuovi immobili non sfuggono a queste logiche, perché nel tempo le performance di un edificio possono cambiare e gli investitori desiderano che il momento in cui sottoperformerà sia sempre più lontano. «È possibile calcolare la vulnerabilità di un edificio, valutare quali sono i suoi potenziali rischi e la sua relativa vulnerabilità. Inoltre, è possibile valutare il rischio transizionale e comprendere cosa si può fare per riportare in alto un immobile sottoperformante». 

È più complesso comprendere l’impatto sociale di un edificio perché le metriche di valutazione provengono principalmente da contesti anglosassoni e non sempre sono adatte ad essere applicate in contesti diversi. Tuttavia, anche in questo ambito non si può trascurare la comprensione delle principali sfide sociali. Ciò implica che si debbano continuare a monitorare le attività relative all'edificio su questo fronte. «Noi per esempio stiamo monitorando – continua Ballardini – l’uso di un parco privato che è stato aperto alla fruizione della collettività, osservando quali attività vengono svolte. Inoltre, stiamo valutando i risultati della realizzazione di un nido all’interno dell’edificio. Tutto per capire se queste attività hanno arricchito in qualche modo il quartiere». Durante il workshop, discuteremo di alcuni case study nei quali è stata quantificata e monetizzata anche la componente sociale dell’investimento immobiliare.

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