Giovedì 28 marzo 2024
Design to value. Principi e strumenti per generare il valore, per Mauro Burgio di Bryden Wood Milano
Siamo stati abituati a considerare un edificio solo per il suo valore economico e, in alcuni casi, architettonico. Recentemente, in seguito allo shock energetico legato alla guerra in Ucraina, abbiamo imparato che è importante tener conto della classe energetica di una struttura, mentre è raro che nella nostra analisi di un edificio venga considerata la qualità architettonica e la sua estetica. In realtà, dopo la pandemia e con una maggiore comprensione di cosa debba essere la nuova casa come sistema abitabile, approfondire il concetto di valore di un'abitazione è diventato molto complesso.
REbuild ha deciso di affrontare questo tema nel convegno di martedì 14 marzo alle 14,00 dal titolo "Design to Value. Principi e strumenti per generare il valore", che vede, tra i partecipanti, l'architetto e direttore responsabile di Bryden Wood Milano, MauroBurgio. In prima battuta, un edificio mostra un valore intrinseco sociale, determinato dal benessere delle persone che lo abitano e lo utilizzano. In alcuni casi, c'è anche un apprezzamento da parte di chi lo osserva, ma, in entrambe le situazioni, è difficile codificare e quantificare questo tipo di valutazioni. Anche il valore economico è diventato più complicato da calcolare perché sottoposto a diverse variabili.
Considerare i molteplici aspetti che un edificio può incarnare non dovrebbe essere più soltanto un compito per chi lo costruisce, ma, secondo Mauro Burgio, dovrebbe tornare a essere prerogativa di chi lo progetta e lo concepisce, tenendo conto delle sue diverse sfaccettature. «Mi piacerebbe – commenta l'architetto – che ci fosse più consapevolezza di come la progettazione può influenzare la generazione o la perdita di valore fin dall'inizio di un intervento. Il design to value dovrebbe essere riportato nelle mani dell'architetto e del designer». A maggior ragione in questa fase dell'industria delle costruzioni, dove ci si avvia verso un massiccio impiego delle tecnologie off-site e di assemblaggio.
Per poter realizzare un edificio con i nuovi sistemi costruttivi va ripensata la fase di progettazione. «La standardizzazione porta con sé una nuova serie di questioni, – aggiunge Burgio – intanto il processo di progettazione dovrebbe sempre tenere conto di quegli elementi che aggiungono valore o intrinseco o economico. Pertanto è necessario riflettere su come massimizzare la fase realizzativa e costruttiva. Tuttavia, è necessario valutare quale tipo di standardizzazione adottare e fino a che punto si può spingere prima che vi sia un eccesso di standardizzazione e, di conseguenza, una perdita di valore. In altre parole, è possibile replicare una serie abbastanza ampia di spazi e geometrie che mi consentano, a loro volta, di ripetere una serie di elementi di design e costruttivi, ma è necessario valutare fino a che punto la replicabilità cessa di generare valore e inizia a causarne la perdita, influenzando anche la qualità progettuale».