Venerdì 21 marzo 2025
Per la neutralità climatica serve un salto di scala: il futuro è nei Positive Energy District
Le tecnologie digitali stanno rivoluzionando le città. Strumenti innovativi, definiti disruptive technologies, stanno cambiando il modo di conoscere, programmare, gestire e innovare i contesti urbani e territoriali. Le soluzioni digitali hanno trasformato l’immaginario urbano e stanno rivoluzionando la progettazione degli interventi di riqualificazione.
L’attenzione crescente verso edifici con sistemi di energia rinnovabile integrati ha creato una molteplicità di denominazioni: si parla di città intelligenti, città digitali, città della conoscenza, ma, spesso, questi termini si riferiscono al singolo edificio. La scala d’azione, per una maggiore flessibilità della generazione decentralizzata dell’energia, invece, deve essere più ampia e riguarda l’interazione tra edifici e sistemi energetici, in un’ottica di rete. Qui entra in gioco il concetto di distretto a energia positiva (PED),che assume un ruolo chiave, evidenziando l’importanza di un’interazione attiva tra sistemi di generazione, consumatori di energia e sistemi di accumulo all’interno di un distretto, per una transizione energetica realmente efficace e integrata. Il dibattito trova spazio nel programma di REbuild con la conferenza “Fonti energetiche e decarbonizzazione: nuove frontiere”,il 6 maggio alle 15. «Se un singolo edificio può contribuire alla neutralità climatica, un complesso di edifici in un ambiente urbano integrato possono farlo in modo più rapido ed efficace. Tuttavia, il tema solleva un problema di governance, poiché la dimensione del distretto coinvolge diversi livelli della pubblica amministrazione, dalla scala locale a quella nazionale», spiega l’architetto Paola Clerici Maestosi, ricercatrice senior Enea che sarà tra i relatori.
L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, sta studiando da tempo il tema dei Distretti Energetici Positivi – PED partecipando a Partnership internazionali come la Driving Urban Transition Partnership – DUT P. «Oggi è preferibile parlare di distretto energetico neutro o positivo: la positività è un obiettivo a lungo termine e la sua realizzazione è un processo top-down che coinvolge numerosi attori della governance urbana e non solo. La neutralità, invece, è un obiettivo più facilmente raggiungibile – aggiunge l’architetto –. Serve una visione integrata, in alcuni casi concentrata su specifiche aree di una città, attraverso l’introduzione di incentivi mirati, con l’obiettivo di progettare, a medio termine, distretti certificabili. Questo permetterebbe di attrarre valore su tutto il territorio, generando un importante ritorno economico».
Clerici Maestosi, nell’ambito della Ricerca di Sistema Elettrico, ha collaborato con l'Università La Sapienza di Roma, per individuare i componenti edilizi fondamentali per promuovere una rapida transizione verso i Positive Energy District, includendo nel perimetro del PED, reale o virtuale che sia, non solo edifici di nuova costruzione, come avviene di molti Stati del nord Europa, ma anche il recupero dell’esistente.