Giovedì 9 maggio 2024

Legno, canapa, calce. L’innovazione in edilizia significa, sempre più spesso, riscoprire materiali già usati nel passato per riproporli al mercato, con formule e impieghi tecnologici, e vincere la sfida della transizione ecologica ed energetica. Di pari passo con le richieste incluse nel percorso della nuova direttiva comunitaria sulle Case Green e l’esplicito richiamo all’uso di materiale bio-based, anche alle nostre latitudini torna nell’uso quotidiano il legno, impiegato non solo in copertura, ma anche come elemento strutturale (solo o in abbinata con altri materiali) grazie alle evoluzioni delle tecniche a telaio e X-Lam; la canapa impiegata al posto del tradizionale laterizio per tamponature e isolamenti, come vero e proprio biomattone; le calci secondo la formulazione che le ha rese durabili nel tempo in tante applicazioni su edifici e centri storici.

A REbuild, parleremo di questo tema, durante la conferenza di mercoledì 15 maggio ore 10,30, dal titolo “Materiali: recuperare il passato, per innovare il futuro”. Il dibattito si incentrerà su come si sta lavorando per creare nuove filiere industriali che sostengono la diffusione di prodotti innovativi, già parte della tradizione costruttiva nazionale, che hanno una portata di impiego in chiave tecnologica, ma che oggi - per problemi legati a ostacoli di tipo culturale e formativo - sono utilizzati troppo spesso solo in modo sperimentale e/o in applicazioni di nicchia. 


«Il legno - racconta Nadia Boschi, Head of Sustainability Italy & Continental Europe Lendlease, - fa parte del novero dei materiali su cui stiamo facendo ricerca e sviluppo sul sito di MIND, l’area dell’ex Expo 2015. Il nostro obiettivo è l’edificio, o meglio la città, absolutely zero carbon e per questo l’applicazione di materiali bio-based è strategica. La scommessa è quella di indicare un’altra via possibile per chi deve sviluppare nuovi investimenti che consenta di essere neutrali rispetto al calcolo del Carbon Footprint di un immobile, attraverso la environmental declaration del prodotto, oltre ad assicurare un comportamento del fabbricato climate resilience. Perseguire questa strada significa testare sul campo e fare formazione, ciò che oggi manca nel comparto delle costruzioni e va spinto». 

Per fare questo, Lendlease, insieme a GBC Italia, è capofila dei tavoli di studio che proprio in questi mesi stanno lavorando per il programma Build By Nature, sponsorizzato della Laudes Foundation che in tanti paesi d’Europa sta spingendo l’uso di materiali innovativi, in particolare del legno, all’interno della filiera delle costruzioni. Il percorso avviato porterà alla stesura di linee guida su come progettare correttamente con questo materiale e su come permeare la conoscenza nel nostro Paese.

In parallelo con l’esperienza di Lendlease, Patrizia Aversa ,Tecnico di Enea, racconterà lo studio che si sta portando avanti sulle prestazioni in opere e di filiera della canapa, materiale vegetale molto performante perché la stessa pianta può essere coltivata a km zero, impiegata in diverse industrie, anche nei climi caldi e al tempo della siccità, perché richiede poca acqua. I biomattoni di calce e canapa per l’edilizia rappresentano oggi una strada di innovazione che non ha ancora una filiera industriale in Italia, ma potrebbe presto svilupparsi come accade da anni in altri Paesi anche europei, come in Francia. 

«Lo studio di Enea - afferma Patrizia Aversa - porta un valore aggiunto, grazie all’esperienza di un centro di ricerca nella conoscenza di un materiale, sia in maniera laboratoriale sia nei siti appositi. In questo modo si tiene conto anche delle variabili non controllabili che entrano in gioco e mettono in discussione le prestazioni di un materiale, poiché i progettisti, i costruttori o chi fa la posa in opera non possono poter monitorare il materiale sempre. Il nostro compito è svolgere questo ruolo di supporto per poi restituire i risultati dei nostri sondaggi al progettista, dandogli anche indicazioni pratiche, come ad esempio la possibilità di usare i materiali stessi con i software di calcolo in uso per la progettazione degli edifici». 

In ultimo, Sara Fasana, Ricercatrice del Politecnico di Torino, Dipartimento Ingegneria Strutturale Edile e Geotecnica, nel gruppo di ricerca coordinato dal Professore Zerbinatti, studia gli intonaci della tradizione e la loro riscoperta non solo in termini di prestazioni, ma anche di criticità e di tecniche nella posa in opera, così da riaccendere l’attenzione su un uso consapevole dei materiali del passato. Rispetto alle norme: è difficile averne una su prodotto o su una procedura adeguata, e il gruppo di ricerca si muove in questa direzione per quanto riguarda gli esiti delle ricerche applicate. C’è bisogno di affiancare le amministrazioni, così da avviare una formazione rivolta a professionisti e alle maestranze.

Dal punto di vista della ricerca, il gruppo sta sviluppando dei percorsi per il riutilizzo di materie prime e seconde, in particolare legate alla filiera della pietra, per formulare materiali che abbattano sia l’impatto sulla produzione sia dei componenti, a partire dai fanghi di segagione, per lo sviluppo di nuovi prodotti, che in questo caso potrebbero essere standardizzati. L'esplorazione delle capacità passate di miscelazione dei materiali, che sono da riscoprire, è fondamentale per recuperare il processo di durabilità e rappresenta il primo obiettivo della sostenibilità.

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