Venerdì 7 febbraio 2025
Unire le intelligenze per formulare nuove proposte di accoglienza, adatte alla domanda di una clientela meno orientata all’apparenza e sempre di più alla sostanza dell’esperienza di viaggio; inserire nel team di lavoro competenze diverse per creare format che si differenziano in base a target specifici di pubblico; riuscire a cogliere i valori e le tradizioni che insistono su un territorio per trasformarli in servizi a vantaggio della ricettività, intrecciando il business di singoli investimenti privati con l’obiettivo di generare benefici a vantaggio delle comunità che li ospita.
Come già accaduto nel 2024, i temi chiave, che guideranno la proposta di contenuti di REbuild 2025 il prossimo 6 e 7 maggio, sono sbarcati in anteprima sul palco del Theatre di Hospitality, appuntamento che da 49 anni è un fiore all’occhiello del calendario eventi di Riva del Garda Fierecongressi, punto di incontro per la community internazionale del settore HO.RE.CA.
“Connect minds, enable innovation” è il tema scelto per il 2025 da REbuild: anche nel campo dell’ospitalità e della ristorazione mettere insieme menti ed esperienze sta diventando ben più di un trend, ma un’esigenza connaturata a nuove forme di turismo sempre più apprezzate da vecchie e nuove generazioni.
Nonostante i messaggi roboanti che arrivano da Oltreoceano e richiamano a un ritorno al passato, affrontare il futuro è inevitabile. E la sostenibilità resta un driver fondamentale, che, come ha spiegato Francesco Gasperi, Direttore Generale di Habitech – Distretto Tecnologico Trentino, pesa moltissimo sulla scelta dei clienti. «Il 47% dei turisti – ha dichiarato citando la ricerca “Obiettivo sostenibilità - Nuove traiettorie di sviluppo per il turismo italiano” risultato della collaborazione tra AICEO e Deloitte – ritiene che la disponibilità di informazioni in merito alle politiche ESG di una struttura impatti sulla scelta finale dell’alloggio, mentre secondo il 69% degli intervistati, la presenza di una certificazione/rating di sostenibilità è sinonimo di responsabilità (dell’albergo, vettore di trasporto, ristorante, ecc.) e il 52% ritiene che questi strumenti contribuiscono positivamente nella formazione del giudizio nei confronti dell’attività».
Capire questo concetto, implica però interpretare al meglio il significato che sta dietro alle parole. «Bisogna comprendere bene cosa si deve intendere per sostenibilità – ha fatto notare Alberto Apostoli, Founder e CEO di Studio Apostoli, pioniere nella diffusione del wellness all’interno del mondo dell’accoglienza –. Non si tratta solo di una questione tecnica e che ha a che fare con l’efficienza energetica e con l’ambiente, ma di un tema più allargato che sulla base dei 17 principi stabiliti dagli SDGs dell’Onu tocca tutte le sfere del nostro agire. La sostenibilità non si limita all’attenzione ai muri di un fabbricato, ma riguarda le persone. I clienti, innanzitutto, che devono riconoscersi nella proposta di benessere; i committenti, gli sviluppatori o i gestori che vanno aiutati a individuare formule in grado di sostenersi anche economicamente; i dipendenti e il personale che lavora nella struttura ricettiva, categoria spesso dimenticata e dalla cui soddisfazione dipende invece il successo dell’iniziativa imprenditoriale. Inoltre tutto va calibrato sul target a cui devi rispondere: perché a seconda di come cambia il pubblico, cambia anche il tipo di sensibilità da mettere in gioco, tenendo sempre a mente che il fine non è mai l’architettura in se stessa, ma il benessere o l’impatto che l’architettura in qualità di strumento genera».
La sostenibilità e l’attenzione verso la persona è, peraltro, una scelta che deve essere assunta in termini di processo e fin dalla fase di studio di un’iniziativa. «Proprio sul territorio del Garda –racconta Stefan Rier, Fouder di NOA – stiamo sviluppando la progettualità de Le cantine incantate che a Sirmione fa capo alla proprietà del Cavallino Bianco. Qui il committente ci ha chiesto di lavorare a una struttura per genitori single, un target peculiare e diverso da quello dei generici family hotel. In aderenza con la nostra stessa formula di network di competenze, da sempre siamo abituati a confrontarci con professionalità complementari, in questo caso psicologi prima di tutto e anche paesaggisti, per sviluppare una struttura che risponde non solo alla necessità di una vacanza, ma a quella di un soggiorno rigenerativo, che non provochi stress a chi deve affrontare un momento di separazione o solitudine. Il medesimo schema vale per altre progettualità, dove ad esempio il target di lavoro sono stati i bambini».
L’attenzione alla sostenibilità come processo riguarda inoltre anche la fase di costruzione e gestione. «Una delle nostre priorità – chiosa Andrea Monticolo, Amministratore Delegato - Monticolo&Foti Costruzioni Generali e Impianti Tecnologici – è l’attenzione alla formazione e alla sicurezza delle maestranze che lavorano, oltre che quella al rispetto della legalità e al flusso dei processi, che ci portano a pianificare prima ogni passaggio, attraverso un codice di comportamento condiviso che tenga conto dell’impatto dei trasporti, dello smaltimento e la gestione dei rifiuti, della verifica sulla fase di posa, fino al passaggio di consegne verso il manutentore perché anche la gestione di ciò che installiamo avvenga correttamente nel tempo».
Oltre che nell’attenzione verso il cliente, la sostenibilità si declina nell’attenzione al territorio e al contesto. A questo proposito, particolarmente interessante è l’esperienza raccontata da Giancarlo Cescatti, Direttore APT Fiemme e Cembra, in via di sviluppo in Val di Fiemme. «La nostra proposta – spiega – insieme a una serie di stakeholder come la Provincia Autonoma e l’Università di Trento e con il coinvolgimento di imprese che sono esterne allo stretto settore dell’accoglienza e dell’ospitalità, è stata quella di lavorare per trasformare il nostro territorio da una semplice Wellness Destination a Wellness Community. È così nata lo scorso settembre la prima comunità che scommette sul concetto di “economia del benessere diffuso” come brand da proporre a vantaggio di chi vive sul territorio, di chi vi soggiorna oppure di chi, pur a distanza di chilometri, usa prodotti o servizi che sposano la filosofia locale. Un percorso che funziona semplicemente perché non si inventa nulla di nuovo, ma si fonda su un insieme di valori e concetti che da sempre permeano la Val di Fiemme».
Uno studio di The European House Ambrosetti, elaborato proprio per affiancare la creazione di questa community, ha dimostrato come investire sul concetto di salute e wellness generi una leva economica significativa, perché i turisti sono disponibili a spendere fino al 40% in più per una proposta sostenibile e autentica. Studiare i valori dei luoghi per riproporli come servizi è la chiave, infine, anche nel lavoro portato avanti da Metrogramma, che in Toscana, per il progetto di Torre Nieri, sta sviluppando un piano complesso per la riconversione a turismo e abitativo di una porzione di territorio occupato da una ex fabbrica. «Non si tratta solo di un masterplan – spiegano Cecilia Gozzi, Partner e Project Leader dello studio Metrogramma Milano con Edoardo Poi, Brand Development e Manager The One Atelier – ma di un vero e proprio progetto di business plan, che coniuga la necessità di rendere remunerativo l’investimento con l’attenzione al paesaggio e all’integrazione nel contesto dell’architettura, insieme alla creazione di servizi per gli ospiti del resort e per il borgo storico che sorge a fianco».