Il ritorno di legno e canapa nelle costruzioni moderne, tra sfide tecnologiche e nuove opportunità per un’edilizia consapevole
A REbuild si guarda al futuro dell’industria delle costruzioni tra innovazione e sostenibilità, senza trascurare l’importanza dei materiali. Alcuni di questi fanno parte del nostro passato, hanno una storia importante e oggi stanno vivendo una rinascita grazie alle moderne tecnologie, che ne esaltano le prestazioni e ne rivelano nuove potenzialità.
L’incontro dedicato ai materiali costruttivi del passato è stato guidato dalla giornalista esperta del settore Maria Chiara Voci, che ha sottolineato come il legno sia perfettamente integrato nella filiera delle costruzioni. Al contrario, materiali storici come la canapa faticano ancora a trovare spazio nella produzione industriale.
Un’azienda particolarmente attenta alla questione dei materiali e del carbon footprint è la multinazionale Lendlease, impegnata nello sviluppo immobiliare su larga scala. L’azienda sceglie i propri materiali con un focus rigoroso sull’impatto ambientale e sulla circular economy. Tutti i suoi interventi sono al 100% sostenuti da energia rinnovabile.
«Il nostro interesse per il legno deriva dal suo carbon footprint negativo – spiega Nadia Boschi, Head of Sustainability Italy & Continental Europe di Lendlease –. Questo ci aiuta a calcolare l’impatto complessivo dei nostri interventi. Utilizziamo una vasta gamma di materiali, dall’acciaio al vetro e all’alluminio, ma abbiamo creato un network specifico per la filiera del legno perché si tratta di un materiale a basso impatto ambientale».
Se il legno sta guadagnando terreno grazie alle sue caratteristiche ecologiche, come anticipato, la canapa fatica a ottenere il giusto riconoscimento in Italia, mentre in Francia viene impiegata a livello industriale.
«L’uso della canapa in Francia ha raggiunto standard di qualità molto elevati – commenta Patrizia Aversa, tecnico di materiali funzionali e tecnologie per applicazioni sostenibili del Dipartimento per la Sostenibilità di ENEA CR Brindisi –. Abbiamo deciso di studiare e analizzare l’uso della canapa sia per il suo valore storico, sia perché avevamo esempi validi in Puglia. Abbiamo esaminato questo materiale in termini di capacità isolante e di resistenza a muffe e funghi, basandoci su casi concreti».
Nel realizzare interventi in situ con i mattoni di canapa, è stato fondamentale mettere insieme l’intera filiera, dal progettista al produttore fino all’utente finale. Attualmente, si sta anche studiando il canapulo, lo scarto della canapa, da mescolare con la calce. Tuttavia, forse il contributo più rilevante che l’ENEA sta dando alla canapa è di natura culturale, promuovendo la sua riscoperta e il suo utilizzo.
Anche il Politecnico di Torino sta dedicando grande attenzione ai materiali del passato, concentrandosi sugli intonaci utilizzati in alcuni centri storici.
«Le nostre ricerche partono dallo studio dei materiali locali – spiega Sara Fasana, ricercatrice del Politecnico di Torino –, che rappresentano un patrimonio di cultura tecnologica. Analizziamo la loro caratterizzazione perché, in passato, era fondamentale ottimizzare le risorse disponibili. Si tratta di materiali a chilometro zero, con tradizioni costruttive che appartengono a diversi territori».
Non solo l’Università si dedica al recupero, ma anche allo studio delle modalità con cui venivano utilizzati. L’obiettivo è definire protocolli per valorizzare le competenze e promuovere il trasferimento di conoscenze.