Venerdì 14 febbraio 2025
Servono professionisti specializzati, ma il settore fatica ad attirare giovani talenti. Quale sarà il futuro dei criteri ESG? Rischiano di essere ridimensionati?
Questi sono solo alcuni dei temi affrontati durante la terza edizione della RICS Italia Conference tenutasi a Milano il 12 febbraio e che ritroveremo esplosi durante REbuild 2025. La RICS Italia Conference rappresenta un formidabile momento di confronto tra i professionisti del Real Estate italiano ed è stato il contesto perfetto per la terza tappa del REbuild tour di avvicinamento alla nuova edizione dell'appuntamento di Riva del Garda del prossimo 6 e 7 maggio.
In una giornata di intensi lavori, il tema centrale è stato la sfida delle nuove competenze e il futuro dei professionisti del settore. Grande attenzione è stata dedicata anche ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance), su cui regna ancora incertezza, complici le recenti mosse di BlackRock e le decisioni della nuova presidenza negli Stati Uniti, così come un possibile ridimensionamento da parte dell’Unione Europea. Tuttavia, l’attenzione sul loro impatto sul valore immobiliare e sui metodi di misurazione resta alta.
Per Mario Calderini, Professore del Politecnico di Milano e Direttore di Tiresia – Centro di Ricerca sull’Innovazione e la Finanza ad Impatto Sociale, stiamo assistendo a un forte arretramento sui temi ESG, che segue «l'enfatica attenzione alla sostenibilità. Ora siamo sul fronte opposto. In Europa – prosegue – c’è stata una forte enfasi sul green, ma questo ha lasciato indietro pezzi importanti dell’economia e della società». Cosa aspettarsi, dunque? «Nei settori più esposti, come l’immobiliare e le assicurazioni, non ci si aspetta alcun dietrofront sulle tematiche ESG. Forse avremo uno scenario normativo europeo più semplificato, ma questo conta poco. Credo, in realtà» – ha commentato – «che questo scossone sia positivo, perché aiuterà a fare chiarezza e a distinguere chi ha sfruttato la sostenibilità in modo opportunistico e superficiale da chi invece ha scelto un approccio autentico».
Quello che viene ribadito chiaramente nel corso dei lavori è come la sostenibilità sia un valore per l'industria delle costruzioni. Come spiega Giacomo Morri, Associate Professor SDA Bocconi & Partner Andersen: «I nuovi immobili, nella gran parte dei casi, sono sostenibili e nessuno si sogna di costruire con tecnologie superate. Il vero problema» – aggiunge – «è l'esistente. Si arriverà, credo, a una biforcazione del mercato: da un lato ciò che è sostenibile perché nuovo e quello che può diventarlo, essendo tecnicamente ed economicamente facilmente ristrutturabile; dall’altro, invece, troveremo i casi in cui il costo della ristrutturazione supera il valore di mercato».
Anzi, l'investimento ESG non è un inutile e faticoso adeguarsi a normative di matrice europea, ma piuttosto un’opportunità in grado di garantire un risultato che non si svaluta nel tempo.
«Lo testimoniano» – commenta Anna Laura Garau, Director International Portfolio RINA Prime Value Service – «le realizzazioni anche in porzioni di città meno centrali, dimostrando come questo tipo di interventi porti con sé un plusvalore intrinseco. Una realizzazione ESG è migliorativa per l’intero tessuto sociale». L’altro grande elemento di criticità che sta affrontando l’intera filiera delle costruzioni riguarda le nuove competenze e la scarsa attrattività del settore per i giovani.
Una problematica che sarà nuovamente al centro di REbuild, ma che già ora Ezio Micelli, Presidente del Comitato Scientifico di REbuild e Docente presso l’Università IUAV di Venezia, ha voluto sottolineare. «La sfida del reclutamento della forza lavoro per l’industria delle costruzioni» – ha dichiarato – «sarà un tema centrale per il settore nei prossimi anni. I numeri evidenziano una crescente difficoltà, in particolare per le imprese della manifattura e delle costruzioni, nel reperire manodopera qualificata. L’attrattività del settore delle costruzioni dipende dalla sua capacità di essere percepito come un attore chiave nella grande trasformazione del nostro tempo. Bisogna raccontarlo come cruciale per tradurre in realtà parole chiave che, altrimenti, rischiano di restare astratte: sostenibilità, competitività, coesione sociale. Le costruzioni devono tornare a essere protagoniste della transizione verso un Paese diverso, affrontando con determinazione le nuove sfide ambientali, economiche e sociali. Solo così i giovani potranno vedere nei mestieri del costruire una sfida su cui vale la pena investire».
Sulla stessa lunghezza d’onda Gianandrea Ciaramella, CoFounder di Italian Proptech Network e Professore al Politecnico di Milano. «I profili che daranno valore alla nostra filiera sono merce rara – ha aggiunto – ma tecnologia e sostenibilità possono diventare leve strategiche per attrarre giovani talenti. La nostra sfida è investire nella comunicazione verso l’esterno, per far comprendere agli studenti universitari non solo la complessità, ma anche la modernità del nostro settore».
Trovare giovani che desiderino intraprendere percorsi come quello dell’ingegneria civile sembra sempre più difficile. È necessario un cambio di visione e un nuovo modo di raccontare l’intera filiera delle costruzioni. Un impegno che REbuild porta avanti da tempo.
«Non riusciamo a catturare la loro attenzione – conclude Micelli – perché non sappiamo raccontare il nostro settore con speranza e immaginazione. Non trasmettiamo abbastanza chiaramente che qui si parla di sostenibilità, decarbonizzazione e impatto sociale. Se non comunichiamo l’intersezione con il digitale, nessun ventenne crederà nel nostro futuro. Dobbiamo raccontare la nostra missione con orgoglio, perché il nostro lavoro non è solo costruire: è unire comunità e dare forma a un domani migliore. È quello che facciamo a REbuild».