Thursday, April 11, 2024
Economia circolare, come tenere conto della durabilità dei manufatti. Dario Trabucco anticipa i temi del workshop
Parlare dell'applicazione dell'economia circolare nel settore delle costruzioni non è un compito semplice. Un'ampia adozione di questo approccio avrebbe un impatto significativo su vari fronti, consentendo una notevole riduzione dei consumi e promuovendo politiche di recupero e riciclo sia dei materiali che dei manufatti utilizzati.
Anche nel nostro Paese, l'economia circolare sta progressivamente facendosi spazio nel settore delle costruzioni. Di questo argomento si discuterà mercoledì 15 maggio alle 12:30, durante il workshop intitolato "Economia circolare: come tenere conto della durabilità dei manufatti?".
L'obiettivo dell'incontro è raccogliere le esperienze di imprese e addetti ai lavori sul fronte del “fine vita” degli edifici, così da capire quali sono le modalità e le possibilità di recupero dei materiali in vista della demolizione. I partecipanti avranno l'opportunità di partecipare a tre tavoli, ognuno dedicato alle esperienze legate ai tre materiali più importanti utilizzati nelle costruzioni: calcestruzzo, acciaio e legno. Ciò che emerge chiaramente è che per promuovere una filosofia di recupero al termine del ciclo di vita di un edificio, è necessario lavorare su questo obiettivo fin dalla fase di progettazione, prestando massima attenzione alla scelta dei materiali.
«È inevitabile cominciare a ragionare in questi termini – ha spiegato il professore associato in tecnologia dell'Università IUAV di Venezia, Dario Trabucco, moderatore del workshop – soprattutto nel settore residenziale, dove gli edifici vanno incontro ad una evoluzione. Cambiano gli abitanti e i loro stili di modi di vita. Tutto questo richiede maggiore efficientamento, aumenti di volumetria, flessibilità ed eventualmente un lavoro di demolizione e a volte di sostituzione».
Con questa consapevolezza bisognerebbe considerare quindi già nella fase di ideazione la possibilità del riuso, contemplando l'eventualità di adoperare manufatti concepiti per questo. Si tratta di una logica che anche in Italia è stata impiegata anche se in piccoli casi, come ad esempio per alcuni padiglioni dell'Expo di Milano. «Se il riuso non è possibile, c'è sempre il riciclo – aggiunge Trabucco – l'acciaio per esempio consente un riciclo del 99%. Anche il legno è molto versatile in questo senso, offrendo diverse possibilità. Si aprono quindi strade diverse con impatti diversi dal punto di vista ambientale, ma già gli operatori stanno facendo importanti passi avanti nella suddivisione dei materiali. La vera sfida è capire come prolungare il più possibile la durabilità dei materiali».