Mercoledì 22 maggio 2019

La tre giorni, che negli anni scorsi si è tenuta a Riva del Garda, si sposta a Milano, città dove oggi l’innovazione si concretizza con casi di eccellenza anche internazionale e dove si declina con uno sviluppo attento ai temi sociali e ambientali. Al centro della riflessione, le città e le periferie.

«(RE)making cities è il titolo che abbiamo scelto quest’anno - commenta Thomas Miorin, Presidente di REbuild - guardando con interesse alle iniziative di riqualificazione che si distinguono per il ruolo attivo dei cittadini, che dal basso contribuiscono a ridisegnare gli spazi in cui vivono, dando linfa ed energia a progetti che si vanno ad affiancare alle più note operazioni di sviluppo promosse dai big del settore. In quest’ottica, oggi Milano rappresenta non soltanto uno spazio di rinnovamento e il cuore del real estate italiano, ma il laboratorio dove il cambiamento è capace di coniugare la crescita con la sostenibilità e l’inclusione sociale». Ne è un esempio lo stesso quartiere Ripamonti che ospiterà REbuild 2019 negli spazi della Fabbrica Orobia: lezione di rigenerazione urbana che parla di sostenibilità, sinergia tra pubblico e privato, mix di funzioni, eccellenze di architettura contemporanea e laboratorio di start up.

«Iniziative come REbuild - commenta l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani - permettono di porre al centro delle azioni e delle scelte politiche dell’Amministrazione il tema della rigenerazione, intesa sia in termini urbanistici, economici e sociali, mettendo a confronto esperienze pubbliche e private. Siamo convinti che solo ridando valore al patrimonio immobiliare, produttivo e artigianale già esistente a Milano, magari reinventandolo o meglio adeguandolo ai moderni bisogni della città e dei suoi abitanti, si possa generare uno sviluppo sostenibile, condiviso ed equo a partire proprio dai quartieri e dalle realtà più periferiche della città».

Per la valorizzazione e il riuso delle periferie urbane è necessario asciugare tempi e costi degli interventi ed è la creatività a tenere insieme architettura, sperimentazione e innovazione di processo e prodotto.

Ecco che in un contesto in cui tutto diventa connesso e le informazioni sulle persone e sui luoghi acquisiscono valore e potere senza precedenti, diventa centrale capire come il dato possa creare possibilità e opportunità in modo condiviso attraverso una piattaforma digitale, open, per il cittadino e la città. Un esempio che verrà raccontato a REbuild e che mostra come i dati possano essere centrali anche per scelte di indirizzo urbanistico, è quello di New York. La metropoli statunitense utilizza le informazioni di una startup italiana, Cuebiq, estraendo quelle utili per perfezionare la pubblicità negli spazi urbani, con l’obiettivo di capire come e da chi vengono utilizzati i luoghi nel tempo, per una gestione più intelligente degli sviluppi urbani.

Interessante anche il caso di Toronto, dove Google, attraverso l’iniziativa SideWalk Labs della sua innovation company Alphabet, ha sviluppato il progetto per il waterfront: nonostante i criteri siano tra i più avanzati al mondo in termini di sostenibilità e innovazione, molti cittadini si oppongono all’iniziativa perché non vogliono correre il rischio che i dati che riguardano le loro vite siano disponibili nella piazza digitale.

REbuild 2019 accende un faro sul tema delle piattaforme, compresa quella energetica, che nei quartieri trova nuovi e inesplorati spazi di efficienza per superare quanto finora abbiamo ottenuto dal singolo impianto o edificio. Tra le case history ospiti dell’evento di giugno su questo tema, l’esperienza di Powerhouse, con una filiera che vede in campo tra le altre uno studio come Snøhetta e un’azienda come Skanska, in grado di realizzare sviluppi immobiliari che producono più energia di quella che consumano, anche con il timido sole della Norvegia. Una testimonianza del tipo di risultati che l’operatore immobiliare può raggiungere quando lavora su un prodotto edilizio innovativo, attraverso nuove piattaforme e con una filiera collaborativa e non competitiva. Di rilievo anche le nuove sperimentazioni di Edison, che prevedono analisi e simulazioni energetiche in grado di compensare dinamicamente le energie prodotte e consumate in un quartiere, considerando simultaneamente il sistema edificio-impianto con un alto coefficiente di innovazione.

«Per poter usufruire di queste possibilità - aggiunge Miorin - è necessario che l’intera filiera delle costruzioni conosca e si coordini attorno a queste piattaforme che devono essere integrate: per questo ospitiamo rappresentanti del mondo della finanza, dell’immobiliare, costruttori, progettisti e esponenti delle principali industrie di componentistica».

Attenzione alla città, all’edificio e alle persone. Ospite di REbuild anche l’americana Delos, una delle maggiori realtà esperte di salubrità e comfort degli spazi, che ha inventato lo standard Well e che vanta Leonardo Di Caprio e Deepak Chopra nel proprio advisory board. Focus quindi su prestazioni e benessere delle persone negli ambienti, oltre gli standard previsti dalle certificazioni.

Architettura protagonista a REbuild 2019

Jacobs e Bryden Wood sono alcuni degli studi di architettura e ingegneria che parteciperanno alla kermesse milanese, portando l'esperienza internazionale sotto i riflettori italiani. Non mancheranno le esperienze della giovane architettura italiana con protagonisti come Demogo o GGloop, per illustrare le sperimentazioni nel campo dell’offsite, tenendo sempre al centro del processo edilizio la qualità del progetto. Architettura e design come motori della riqualificazione urbana, con il loro impatto positivo per l’ambiente, per l’economia e per la qualità della vita di chi vive e utilizza edifici e pezzi di città. 

Da Riva del Garda a Milano

Fabbrica Orobia a Milano:REbuild sceglie di raccontarsi dove la trasformazione è possibile. Da area industriale a polo mix used dove le start up sono protagoniste. Il quartiere Ripamonti racconta una storia di rigenerazione urbana dove si distingue la Fondazione Prada, la scuola di design e l’operazione Symbiosis, a pochi passi dall’ex scalo di Porta Romana. La kermesse aprirà i battenti il 26 giugno ma già dal 25 pomeriggio inizieranno i lavori con un pre-opening dedicato all’esplorazione del quartiere. 

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